I tatuaggi decorativi hanno una storia antichissima, così come i tentativi di cancellarli. In passato si sono utilizzate diverse metodiche, spesso poco efficaci.
Il principale problema che si presentava, in passato, per la rimozione o cancellazione di un tatuaggio, era rappresentato dalla cicatrici che i vari trattamenti lasciavano sul corpo.
Da alcuni anni, però, è presente sul mercato, un apparato che è in grado di eliminare i tatuaggi senza lasciare cicatrici dopo il trattamento: il laser. Una netta evoluzione per la sua specificità di bersaglio è costituito dal LASER Q-SWITCHED che, utilizzando una lunghezza d’onda di 532 o 1064 nm, permette di trattare quasi tutti i tatuaggi, di qualsiasi colore essi siano.
Altri tipi di laser possono essere utilizzati per la rimozione dei tatuaggi, per esempio il laser alexandrite ma, quest’ultimo, è in grado di cancellare soltanto il colore nero.
I vantaggi della cancellazione dei tatuaggi con il laser sono rappresentati da una minor invasività del trattamento, ciò significa assenza di cicatrici, un minor tempo di recupero, assenza di anestesia.
I trattamenti consistono in varie sedute distanziate di tre – quattro settimane una dall’altra, per un numero di sedute che può variare da 2 a 8 circa a seconda del tipo di colore, della profondità del tatuaggio e da quanto tempo è stato eseguito.
Ciascuna seduta, della durata di 15-20 minuti, non è particolarmente dolorosa, ma si avverte una sensazione di fastidio, simile allo schiocco di un elastico sulla pelle.
Dopo il trattamento la pelle potrà apparire gonfia e arrossata, potranno esserci lievi sanguinamenti, ma il quadro si risolve in pochi giorni con l’applicazione di pomate antibiotiche e restitutive.
E’ sconsigliata l’esposizione al sole dopo il trattamento.
La rimozione dei tatuaggi con laser q-switched rappresenta, al momento, la soluzione migliore per ottenere un risultato estetico efficace, senza effetti collaterali.