Le teleangectasie (vene varicose, varici, angiomi) sono vasi dilatati in cui il sangue tende a stagnare anziché fluire verso il cuore. Si chiamano varici quando si formano a livello di vene superficiali e spesso appaiono estese, in superficie, come una tela di ragno. Sono molto comuni sulle gambe, ma possono presentarsi anche sul viso. Le cause principali sono legate a fattori ereditari, oppure a una gravidanza, o al fatto di trascorrere molto tempo in piedi, esercitando pressione sulle gambe e alterando il ritorno del sangue verso il cuore, inducendo perciò le vene a dilatarsi. Con l’avanzare dell’età, le vene varicose tendono a rendersi visibili e possono costituire un inestetismo sgradevole e fastidioso.
Strategie di intervento:
Scleroterapia farmacologia: terapia con cui vengono inoculate con aghi sostanze sclerosanti in grado di eliminare l’inestetismo. Particolarmente indicata per vasi degli arti inferiori di calibro importante.
Scleroterapia laser: è il trattamento tecnologicamente più evoluto per l’eliminazione di lesioni vascolari sia del viso che del corpo. E’ stato compiuto un notevole passo avanti nel trattamento di tali patologie grazie al sistema che permette di utilizzare due fonti di energia: una luce pulsata intensa (Photoderm) che viene abitualmente impiegata nel trattamento di inestetismi quali capillari del volto, angiomi congeniti, peli superflui, tatuaggi e macchie cutanee di differente origine, colore e profondità, ed un laser Nd:Jag a 1064 nanometri utilizzato prevalentemente nel trattamento delle teleangectasie (capillari) degli arti inferiori.
Tale sistema, non invasivo, è stato studiato per intervenire su lesioni e macchie vascolari (per eliminare varici e vene varicose, ma anche emangiomi, macchie vinose, angiomi cavernosi, teleangectasie, couperose, rosacea, ecc.).
Utilizza impulsi di energia luminosa ad alta intensità, simili al flash di una macchina fotografica. Previa applicazione sulla pelle di un gel freddo, gli impulsi di energia luminosa penetrano in maniera sicura nella pelle, eliminando i citati problemi senza iniezioni, né interventi chirurgici.
Tale sistema consente al medico di adattare i trattamenti in maniera specifica sia al tipo e colore di pelle (fototipo) che al tipo di problema.
I trattamenti non sono dolorosi e non vi è bisogno di anestesia locale né di farmaci.
È possibile che si avverta, al momento dell’impulso luminoso sulla pelle, un leggero bruciore o formicolio, simile allo schiocco di un elastico.
Il trattamento completo si svolge con un numero di sedute che varia a seconda del tipo di problema, della densità delle varici, della dimensione e della profondità. Possono essere necessari diversi trattamenti (generalmente tra 2 e 4), ognuno della durata di 15-20 minuti.
Dopo il trattamento vi è la possibilità che si produca un leggero rossore sulla pelle, o un gonfiore locale, che scompaiono dopo qualche giorno. Raramente possono formarsi delle piccole vesciche.
È possibile riprendere il lavoro e qualsiasi tipo di attività, regolarmente, lo stesso giorno in cui ci si è sottoposti al trattamento. Si consiglia solo di limitare l’esposizione al sole.
Quali vantaggi offre il sistema Laser- luce pulsata intensa rispetto al trattamento con sclerosanti?
La scleroterapia consiste nell’iniezione di un agente sclerosante, cioè una sostanza ‘irritante’, all’interno dei vasi sanguigni, allo scopo di generare una trombosi e una conseguente fibrosi, cioè una coagulazione con la scomparsa del vaso stesso. È un metodo invasivo che richiede una perfetta tecnica di precisione da parte del medico. Oltre alla necessità che il calibro, cioè la grandezza del vaso, sia tale da consentire di penetrare con l’ago (se i vasi sono troppo fini il trattamento non è possibile), si possono verificare necrosi superficiali e formazioni di una rete di vasi finissimi superficiali che si evidenziano come macchie sulla pelle. In questo senso, le telangectasie del volto sono raramente trattabili.
Il sistema Laser- luce pulsata intensa invece consente un trattamento non invasivo e non doloroso, applicabile a qualsiasi area del corpo.
La possibilità di utilizzare la scleroterapia farmacologica sinergicamente con il sistema Laser- luce pulsata intensa, rende affrontabile qualsiasi inestetismo vascolare.
Quali vantaggi offre il sistema luce pulsata intensa–Ndyag rispetto ad altri trattamenti laser?
Il sistema IPL (luce pulsata intensa) rappresenta un enorme progresso rispetto alla tecnologia laser. La tecnologia ad ampio spettro permette di selezionare una vasta gamma di lunghezze d’onda (mentre ogni singolo tipo di laser ne utilizza una sola), consentendo al medico di adattare il trattamento alle esigenze specifiche del paziente, in base all’entità, al tipo di problema e al fototipo.
E’ la rivoluzione nella terapia delle vene e dei capillari, come anche della couperose. Finora il trattamento veniva effettuato con metodiche assai lente e dolorose con aghi o altre tecniche invasive. Ora, utilizzando il sistema Laser- luce pulsata intensa, le lesioni venose di ogni tipo possono essere trattate semplicemente, in maniera non invasiva e con enorme successo.
La Fleboterapia Rigenerativa Tridimensionale Ambulatoriale (TRAP)
E’ una metodica iniettiva per la cura di capillari e vene varicose, che non occlude le vene ma che agisce sulle pareti dei vasi del circolo perforante e superficiale, rinforzando la parete delle vene, restringendone il lume, ripristinandone la funzione valvolare. Risultato: scomparsa alla vista tutti i vasi visibili: vene varicose, venule e teleangectasie capillari.
Per descrivere questi effetti è stato usato il termine “rigenerazione” , cioè ripristino della struttura dei vasi e della loro funzione.
La TRAP si basa sull’ipotesi che la causa più frequente delle vene varicose e teleangectasie negli arti inferiori derivi dall’indebolimento della parete delle vene perforanti e dalla conseguente incontinenza valvolare. Per rinforzare la parete, ridurre il calibro delle vene e ripristinare la continenza valvolare iniettiamo in tutti i vasi visibili a occhio nudo o con la transilluminazione, una soluzione sclerosante a concentrazione non occludente, in quantità sufficiente a raggiungere le vene perforanti.
La fleboterapia rigenerativa tridimensionale (T.R.A.P.) è una rivoluzione nel campo della flebologia tradizionale, in quanto questultima parte da concetti che non rispettano l’integrità anatomo-funzionale del circolo venoso degli arti inferiori e non considerano l’aspetto preventivo.
La T.R.A.P. è nata dalla consapevolezza degli insuccessi o successi parziali e temporanei delle terapie tradizionali: la difficoltà ad ottenere buoni risultati e le complicanze ad esse correlate: iperpigmentazioni e recidive.
La sclerotepia la safenectomia, le flebectomie, l’obliterazione RF e laser sono terapie poco efficaci e limitate nel tempo perché sono obliterative e trattano l’effetto della patologia e non la causa.
Per la Fleboterapia Rigenerativa Tridimensionale non sono importanti le dimensioni dei vasi, ma la loro pressione, quindi non intereressa la safena in se, ma le perforanti collegate ad essa. Le dimensioni dei vasi sono in relazione alla debolezza della loro parete.
Le vene ectasiche visibili ad occhio nudo o con la transilluminazione e le teleangectasie sono l’espressione della quantità di sangue che dal circolo profondo, tramite le vene perforanti, sotto la spinta della contrazione muscolare, si dirige verso il circolo superficiale. Le vene inestetiche che noi vediamo rappresentano in pratica la valvola di sfogo dell’insufficienza delle vene perforanti sottostanti, per cui appare evidente che è inutile obliterare od asportare la valvola di sfogo dell’ipertensione emodinamica, senza correggere l’insufficienza valvolare sottostante.
Le vene perforanti sia per una debolezza congenita , che per una serie di fattori (età, gravidanza, ormoni, postura, obesità, ecc.) si dilatano sotto la spinta emodinamica determinata dalla deambulazione e dalla conseguente contrazione muscolare. Quando la parete venosa si dilata a tal punto che le valvole non tengono più, una pressione anomala (fino a 300 mm di mercurio), si riversa sul circolo superficiale dilatandolo. Questo processo colpisce tutto il sistema venoso superficiale e perforante. Queste vene si possono “rigenerare”, permettendoci di ottenere un risultato sia estetico che funzionale, inoltre, intervenendo su tutto il circolo superficiale e perforante blocca gli aspetti evolutivi della malattia varicosa e ne previene l’insorgenza. Il circolo venoso degli arti inferiori viene quindi “curato” rispettando la sua anatomia funzionale. Così facendo si minimizzano gli effetti collaterali, si ripristina la corretta continenza e le vene e le teleangectasie spariscono alla vista, insieme alla sensazione di gambe pesanti, residuando un arto inferiore senza vene e teleangectasie visibili ad occhio nudo.
La tecnica
- Le sedute di fleboterapia vengono effettuate con una cadenza settimanale o quindicinale.
- Si iniettano da 15 ml a 30ml di salicilato di sodio in veicolo idroglicerico tamponato al 6% per seduta, in relazione alla gravità della patologia.
- La soluzione rigenerativa viene introdotta in tutti i vasi visibili ad occhio nudo o con la transilluminazione.
- Si inizia dalle vene del piede e si termina alla base della coscia.
- L’arto inferiore è diviso in tre regioni. Si inizia dalla regione mediale,poi si inietta la regione posteriore e infine quella laterale. Nelle sedute successive si ritorna ad iniettare la regione mediale, e così via fino alla scomparsa alla vista di tutti i vasi visibili.
- Mediamente sono necessarie dalle 5 alle 10 sedute.
- Dopo la seduta può essere effettuato, a seconda della gravità, un bendaggio della gamba con garza coesiva da tenere per 3‐4 giorni che va poi sostituita con calza elastica compressiva fino alla seduta successiva, o direttamente la claza elastica .
- Durante tutto il trattamento viene prescritto un integratore fitoterapico adazione flebotonica.
- L’attività fisica non è controindicata durante il trattamento, anzi bisogna muoversi per favorire la migliore distribuzione della sostanza nell’albero venoso.
- Gli effetti collaterali sono praticamente assenti anche se possono comparire ecchimosi legate al trauma dell’ago ma che si risolvono in pochi giorni.
Prima dopo